mercoledì 9 ottobre 2013

Capri

Today the view of Capri from my garden was breathtaking!. I could not resist showing this picture that represents an opportunity for me to publish one of the wonderful poems of Pablo Neruda. The poet loved Capri and stayed there for a long time in 1952 with his wife Matilde Urrutia.

Oggi la vista di Capri dal mio giardino era da mozzafiato!. Non ho potuto resistere nel mostrare questa foto che rappresenta per me l'occasione di pubblicare una delle tante meravigliose poesie di Pablo Neruda. Il poeta amò Capri e vi soggiornò a lungo nel 1952 con il suo amore Matilde Urrutia.

View of Capri from my garden today 
Chioma di Capri

Capri, regina di roccia,
nel tuo vestito
color amaranto e giglio
vissi sviluppando
la felicità e il dolore, la vigna piena
di splendenti grappoli
che conquistai sulla terra,
il tremulo tesoro
di fragranza e di chioma,
lampada zenitale, rosa allargata,
favo del mio pianeta.
Sbarcai d’inverno.
Il suo abito di zaffiro
l’isola conservava ai suoi piedi,
e nuda sorgeva nel suo vapore
di cattedrale marina.
Era di pietra la sua bellezza. In ogni
frammento della sua pelle rinverdiva
la primavera pura
che nascondeva nelle fenditure il suo tesoro.
Un lampo rosso e giallo
sotto la luce tenue
giaceva sonnolento
aspettando l’ora
di scatenare il suo potere.
Sulla sponda di uccelli immobili,
in mezzo al cielo,
un roco grido, il vento
e l’indicibile spuma.
D’argento e di pietra il suo vestito, appena
il fiore azzurro esplode
ricamando il manto irsuto
col suo sangue celeste.
Oh solitudine di Capri, vino
dell’uva d’argento,
coppa d’inverno, piena
di esercizio invisibile,
innalzai la tua fermezza,
la tua delicata luce, le tue strutture,
e il tuo alcool di stella
bevvi come se stesse
nascendo in me la vita.
Isola, dalle tue pareti
spiccai il piccolo fiore notturno
e lo conservo nel mio petto.
E dal mare girandoti intorno
feci un anello d’acqua che lì rimase nelle onde,
chiudendo le torri orgogliose
di pietra fiorita,
le cime aspre
che il mio amore sostennero
e conserveranno con mani implacabili
l’impronta dei miei baci.

Pablo Neruda, Santiago, 1954.

Questa lirica appartiene a “La patria del racimo” (cioè la patria del grappolo, in riferimento all’Italia), settima sezione (interamente dedicata all’Italia) di “Las uvas y el viento” ("Le uve ed il vento") (Santiago del Cile, 1954).

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