giovedì 30 settembre 2021

#SandiRomeTour...


…sulle tracce del Grand Tour ...!

In occasione del primo bellissimo ed indimenticabile meeting del gruppo Sanditalians tenutosi a Roma pochi giorni fa, ho scelto di raccontare 'due giorni' da turista nella città eterna ispirandomi al Grand Tour italiano tanto in voga tra gli stranieri soprattutto inglesi a partire proprio dagli anni in cui Jane Austen visse.

The Travelling Companion
The Traveling Companion by August Leopold Egg (1862)

Sebbene le origini di questo viaggio risalgono al XVI secolo è nel tardo 1700 e fino al 1900 che il Grand Tour raggiunse il culmine della notorietà. 

Generalmente segnava una tappa importante per la vita di giovani rampolli aristocratici che venivano nel nostro paese per completare gli studi attirati dall’enorme patrimonio storico artistico degli antichi monumenti dell'antichità classica, del barocco e del rinascimento. Erano spesso seguiti da un tutore, una persona che poteva fungere da precettore e accompagnatore. 

Tra i viaggiatori vi erano anche artisti, studiosi, letterati, diplomatici, pittori, scultori …tutti ambivano a visitare le città italiane che offrivano tesori d'arte inestimabili ed erano fonte di ispirazione artistica per le loro opere.

Lo stesso Edward Austen, fratello di Jane Austen, adottato in giovane età dalla ricca famiglia Knight, fece il suo Grand Tour tra il 1786 e il 1790 all’età di diciotto anni . 

Ricordi di questo suo viaggio sono il The Grand Tour Journal e il  famoso dipinto esposto a Chawton House che lo ritrae all’età di ventuno anni con uno sfondo di templi e rovine tipicamente italiane. 

Edward Austen Knight

Roma rappresentava una delle tappe più prestigiose del Grand Tour perchè era considerata il centro di tutta la civiltà occidentale ed offriva la possibilità di ammirare e studiare tutte le arti, da quella classica al barocco e al rinascimento.

L'itinerario che vi riporto di seguito, 'breve ma intenso' (di soli due giorni!), è ovviamente dedicato al nostro meeting e credo che #SandiRomeTour sia un buon titolo da attribuirgli!:) 

Keats and Shelley House

Piazza  di Spagna

Prima tappa la Keats and Shelley House di Piazza di Spagna, un delizioso museo dedicato ai poeti romantici inglesi che, sulle orme del Grand Tour dedicato ai percorsi dell’arte italiana nei secoli, viaggiarono nel nostro bel paese tra il ‘700 e l’800.

Ritratto di John Keats 
Joseph Severn

La casa è famosa soprattutto per essere stata l'ultima dimora di John Keats, che qui morì nel nel febbraio del 1821, all'età di soli 25 anni assistito dal suo amico pittore Joseph Severn. 

Ma il giovane Keats non venne Italia in quel lontano inverno del 1820 per visitare opere d’arte ma bensì per cercare aria mite in grado di curare la tubercolosi che sempre più si impadroniva del suo corpo.


Interno della Keats and Shelley House

Nel museo, ricco di cimeli, ritratti, prime edizioni, lettere, si respira un’aria ottocentesca anche se ovviamente è stato ristrutturato negli anni successivi a Keats. 

Da visitare un delizioso terrazzino affacciato proprio sulla scalinata, una library room con una delle più belle biblioteche di letteratura romantica del mondo (sono più di ottomila volumi!) , due stanze con libri e bacheche ricche di cimeli e memorie ed infine la camera con il letto in cui John morì affacciata proprio sulla scalinata di trinità dei Monti (al fianco del letto è visibile la sua maschera funeraria). 

Non mi risulta che Jane Austen e Keats si siano mai incontrati, ma i due, sebbene con vent’anni di età di differenza l’uno dall’altro, hanno vissuto nello stesso tempo e Keats è morto appena quattro anni dopo di lei.

La stanza di John Keats

Nonostante la giovane età Keast ha lasciato un'eredità letteraria di grandissimo valore tanto da collocarlo  nell’olimpo dei più grandi scrittori romantici. 

Siamo state un piccolo gruppo di visitatrici ed entrare nel museo è stato come fare un piccolo viaggio nel tempo di inizi '800. !

Babingtons Tea Rooms

Piazza  di Spagna


Piazza di Spagna, esterno della Babington's Tea Rooms

All’uscita della Keats and Shelley Home c’era invevitabilmente ad accoglierci la Babington's Tea Rooms, la sala da tè situata proprio nella piazza di Spagna e dove si ripercorre il rito del tè inglese e si rivive un po’ l’atmosfera di inizio ‘900. 

Seppur lontani dall’epoca della Austen, questa sala da tè (aperta nel 1893) contribuisce a rafforzare il giusto english mood dell'intero gruppo Sanditalians.

Nata dall’idea di due audaci signorine inglesi di buona famiglia la sala da tè Babington venne spostata a Piazza di Spagna solo un anno dopo la sua apertura in quello che era definito ‘il ghetto inglese’. 

La sala 'riscosse un immediato successo sia perché l’Italia era per gli inglesi la meta del Grand Tour sia perché si inseriva in una Roma che festeggiava il Giubileo e le nozze d’argento dei reali Umberto e Margherita e nella quale affluivano capi di stato ed esponenti dell’aristocrazia e del bel mondo internazionale' (fonte sito babingtons.com)

Oserei definire la Babington's Tea Rooms una tappa d’obbligo per un raduno austeniano come il nostro, evocativo del tempo e dello stile British.  

Galleria Doria Pamphili

(Via del Corso)

Galleria Doria Pamphilj

Sul finire della giornata, a calar del sole e nel pieno della cosidetta golden hour, ci apprestiamo a visitare la Galleria Dora Pamphilj che oltre ad essere ubicata in un bellissimo palazzo nel pieno del centro storico romano ha un’incredibile collezione privata di quadri e opere d’arte!  

Quella dei Doria Pamphilj Landi è un'illustre famiglia di antica nobiltà genovese e romana. Vanta nell’albero genealogico un papa, cardinali, principi ed oggi è una delle poche famiglie dell'aristocrazia romana a conservare i suoi possedimenti, palazzi e tesori privati.

Galleria Doria Pamphilj

La Galleria Pampilj Doria con i suoi innumerevoli capolavori esposti, è stato un altro dei luoghi incredibili di questa #SandiRomeTour. Impossibile soffermarsi su tutti gli oggetti ma quando l’arte ti circonda in tal magnificenza le sensazioni di grandezza e di bellezza di avvolgono tutta!

Mi tornano in mente i versi di Keats…’A thing of beauty is a joy forever’…!

La nostra admin del gruppo Annalisa ed io ci siamo godute questo tour ‘rubato’ ai ritmi incalzanti del nostro Sanditalians meeting!:)

Galleria Doria Pamphilj

Ed eccoci a sognare un ballo nella bellissima sala ove ancora troneggia un arpa ferma nel tempo! L’opulenza delle sale riccamente adornate con capolavori di ogni manifattura e provenienza, testimonia l’amore per l’arte e l’importanza della famiglia Doria Pamphilj  che di generazione in generazione ha saputo conservare e tramandare l’inestimabile patrimonio di beni.

Villa dei Quintili

(via Appia Antica)

Villa dei Quintili

Ma se il Grand Tour è dunque un viaggio di formazione, allora è d’obbligo anche una visita alle rovine romane che in questa città abbondano in ogni dove e il cui fascino rappresentò  un’attrazione irresistibile dal '700 in poi.

E così, questa volta in compagnia di Benedetta, siamo partite alla volta della Villa dei Quintili, un’enorme domus estesa in un immenso parco proprio al confine sull’Appia Antica.

Si tratta di un complesso di vastissime dimensioni attribuito come proprietà ai fratelli Quintili membri di una famiglia senatoriale di antica tradizione, vissuti alla fine del II sec d.C.  

Villa dei Quintili

Ricchi proprietari terrieri ebbero incarichi per conto dell’imperatore Marco Aurelio tali da consentire ai fratelli una carriera politica importante. Uniti in vita ma anche nella morte che avvenne per mandato dell’imperatore Commodo intorno al 182 d. C.

Via Appia Antica

La villa è davvero molto bella e affaccia proprio sull’Appia Antica che tra ville, vecchie rovine, insegne, tombe, è uno dei tratti di via romana più suggestivi da visitare!.

Il Gran Ballo

(Casa Caburlotto)

E’ proprio come un Grand Tour di tutto rispetto eccoci al ballo finale! 


Eh sì, tra le tantissime cose belle del nostro Sanditalians Meeting il ballo è stata proprio una ciliegina sulla torta. Se ami Jane Austen impossibile che almeno una volta nella vita non hai sognato di ballare come un'eroina dei suoi romanzi!! (ancor di più con un Darcy Fitzwilliam o un Sidney Parker come cavalieri!). 

Jane Austen amava i balli e li usa spesso nei suoi romanzi. Poiché gli schemi dei passi e dei movimenti erano spesso complicati richiedevano molta pratica. Il protocollo era ben codificato e i codici di comportamento rigorosi (per fortuna c'erano dei manuali per imparare  tutto!)

Grazie al maestro Paolo Di Segni, abbiamo avuto l'opportunità di muovere anche noi Sanditalians  i primi passi nei balli Regency. Siamo proprio all’inizio del Meeting è qual miglior modo di iniziare se non con il Northdown Waltz?

Balli Regency a Casa Caburlotto!

Complicato? ...abbastanza sopratutto all'inizio...poi è tutto in discesa!! :)

La storia del valzer risale infatti al 1500 ma divenne di moda a Vienna intorno al 1780, diffondendosi in molti altri paesi e, negli anni a seguire, anche in Gran Bretagna. Durante il periodo della Reggenza non fu considerato socialmente accettabile e fu oggetto di diatribe, caricature e barzellette anti-valzer ('ribelle ed indecente' lo descriveva l'Oxford English Dictionary!)

Fu comunque una danza rivoluzionaria che entrò nelle sale delle Assembly Rooms ove si riunivano le classi alte per i loro intrattenimenti. 

Questo ballo, come tutte le cose che abbiamo fatto, visto e detto in questi giorni è stato fantastico!:)

Un grazie  di  cuore alle organizzatrici del meeting del gruppo Sanditalians e a tutte le fans #Sidlottedonne tenaci, appassionate, audaci, temerarie e innamorate perse di ...Sidney…pardon… di Jane Austen & Co.!:)  che hanno contribuito a rendere questa esperienza unica e che speriamo sia ripetibile nei prossimi compleanni che verranno!:)



domenica 19 settembre 2021

Diari dal Lake District


Oggi vi racconto dei Grasmere Journals di Dorothy Wordsworth uno dei bellissimi diari scritti in Inghilterra tra la fine del 700 e gli inizi dell'800.
Questa volta la scrittrice non è un'affermata autrice, ma bensì una donna che scrive per sé, lontana dall'idea della pubblicazione dei testi, e per conservare la memoria delle azioni quotidiane come fonte di ispirazione alle celebri composizioni di suo fratello William Wordsworth fondatore del Romanticismo e del naturalismo inglese.

Dal maggio del 1800 al gennaio del 1803 Dorothy Wordsworth, raccontò la sua vita a Dove Cottage, la casa a Grasmere nel Lake District in cui abitò con il fratello per otto anni e mezzo. 

Dorothy nacque a Coketown il giorno di Natale del 1771. La prematura scomparsa dei genitori la costrinse a separarsi dai fratelli a soli sette anni e ad iniziare ad essere ospitata da diversi parenti negli anni successivi. 


A soli ventotto anni il trasferimento a Grasmere nel Dove Cottage  fu decisivo per lei (William ne aveva uno solo in più!). Per entrambi fu l'inizio di una nuova vita e finalmente poterono avere una casa e vivere insieme in modo indipendente. Vissero nel cottage da 1799 fino al 1808. 

I racconti, conservati in taccuini, oggi sono pubblicati come un vero e proprio diario che in questo post vi propongo in due bellissime edizioni: quella di Sellerio,  in italiano, piccolo gioiello di questa casa editrice palermitana e l'edizione inglese pubblicata da Diamond & Book negli anni '90 con incantevoli illustrazioni. 

La lettura di queste memorie è un vero viaggio nell'epoca e nella vita quotidiana di una donna dell'800 sullo sfondo delle profonde trasformazioni sociali ed economiche che il paese attraversava. 

Ella nonostante il ruolo sociale della donna fosse estremamente rigido e limitato,  riuscì ad avere una vita libera ed indipendente anche se non volle mai considerarsi una scrittrice e visse per lo più all'ombra del fratello.



Il racconto delle loro giornate si sussegue con ritmi tranquilli e idilliaci: tante passeggiate nella campagna inglese, piccole faccende domestiche, le letture, le chiacchiere davanti al fuoco, le torte e le tazze di tè, le giornate in compagnia di amici, gli incontri con l'amico Samuel Taylor Coleridge, ma anche le sofferenze fisiche (Dorothy ebbe una salute precaria e gli ultimi anni della sua vita furono attraversati da una grave malattia). 
Tutto è testimonianza di uno stile di vita sobrio condotto agli albori della modernizzazione.




Di sua sorella Dorothy, William sciveva "I miei occhi, le mie orechie",  un tributo alla capacità che ella aveva di notare il mondo che li circondava.

I diari sono stati una fonte preziosa per  i biografi del poeta perché offrono un punto di vista  decisamente privilegiato, fatto da una persona che gli sta accanto tutti i giorni e che lo ritrae come uomo e non solo come scrittore.

Poco dopo il matrimonio di William con Mary Hutchinson nell'ottobre del 1802, Dorothy terminò la scrittura dei diari (molto bella la descrizione della giornata!) ma continuò a prendersi cura della casa e dei figli della coppia. 

I quattro piccoli taccuini  rimasero pressoché sconosciuti fino al 1930, quando un 'altra celebre scrittrice, Beatrix Potter, autrice di un altro diario davvero unico, acquistò il Dove Cottage e ritrovò i  taccuini di Dorothy. Nel 1933 furono pubblicati per la prima volta con il titolo Grasmere Journal.

Penso che leggere questi diari è un po' come vedere il Lake District attraverso gli occhi di Dorothy.

Oggi il Dove Cottage è un museo che evoca la vita dei celebri inquilini con arredi, manoscritti, giornali e libri (link).

domenica 12 settembre 2021

Fulgida Stella

"Una cosa bella è una gioia per sempre"


John Keats nasce a Londra il 31 ottobre del 1795 da una famiglia di modeste condizioni economiche. La sua fu un infanzia felice fin quando la morte improvvisa del padre lasciò una moglie costernata e piena di impegni finanziari ai quali ella non poteva far fronte.

Purtroppo la tubercolosi portò presto via la giovane madre e John e i suoi fratelli furono affidati alle cure della nonna materna e di due tutori. Stessa sorte tocco ben presto al suo giovanissimo fratello Tom.

Il giovane Keats cominciò dunque l'apprendistato come farmacista e chirurgo ma ben presto la vocazione letteraria prese il sopravvento e nel 1826 abbandonò definitivamente gli studi letterari per dedicarsi alla sua grande passione: la poesia.

Fu una delle figure chiave del romanticismo inglese sebbene la sua grandezza poetica abbia avuto il dovuto riconoscimento dagli anni successivi alla sua morte.


Nella primavera del 1819 conobbe Fanny Brawne e in pochi mesi i due giovani di innamorarono. Tuttavia, le precarie condizione economiche e l'iniziale peggioramento della salute, che in breve lo porterà alla morte, non permisero mai a John e Fanny di unirsi in matrimonio. 
Dopo soli due anni egli fu costretto a lasciare l'Inghilterra e a recarsi in Italia alla ricerca di condizioni climatiche che potessero dare beneficio alla sua malattia. Ma la tubercolosi non lasciava scampo e il 23 febbraio del 1821, a soli venticinque anni, Keats si spense, dopo soli 14 settimane dal suo arrivo in Italia, nella casa di Piazza di Spagna a Roma assistito dal suo amico e pittore Joseph Severn autore di alcuni dei ritratti più belli di Keats. 
Per sette anni dalla sua morte Fanny portò il lutto e nel 1833 sposò poi Louis Lindo. Rimase pressoché sconosciuta al pubblico fino al 1878, quando fu pubblicata un'edizione delle lettere che Keats le aveva scritto.
Oggi la casa, al numero 26, è un museo che custodisce quadri, sculture, manoscritti, oggetti e prime edizioni delle opere di Keats, Percy Bysshe Shelley e Lord Byron. 
Sul sito, nella sezione video, sono pubblicati alcuni filmati molto belli compreso un messaggio del Principe Carlo d'Inghilterra patrono della Keats-Shelley House. Questo è il link al sito


L'eredità letteraria di John Keats si compone di alcune tra le più belle poetiche romantiche. 
Le sue odi lo avvicinano a Leopardi con il quale il giovane Keats condivide singolari coincidenze biografiche: nel 1816 entrambi scrissero il loro primi versi ed tutti e due si erano cimentati con le traduzioni di Virgilio. Sia per  l'uno che per l'altro gli anni tra il 1819 e il 1821 furono quelli di grande produzione poetica. L'amore fu per ognuno un sentimento grande e profondo che portò sofferenza e tormento. E che dire del nome delle loro amate? Fanny Browne per Keats e Fanny Targioni Tozzetti per Leopardi!. Infine stessa sorte funesta con la malattia che pose fine alle loro giovani vite.



In
'Fulgida Stella', libro che ritrovato dopo diversi anni negli scaffali della mia libreria, l'autore Joan Rees racconta del giovane John e dell'incontro con Fanny. La storia è poi ripresa dalla regista Jane Champion nel bellissimo ed indimenticabile film 'Bright Star'.
Ma 'Fulgida Stella' è il grande componimento poetico che Keats dedica alla sua amata Fanny.

Fulgida stella, come tu lo sei
fermo foss'io, però non in solingo
splendore alto sospeso nella notte
con rimosse le palpebre in eterno
a sorvegliare come paziente
ed insonne Romito di natura
le mobili acque in loro puro ufficio
sacerdotale di lavacro intorno
ai lidi umani della terra, oppure
guardar la molle maschera di neve
quando appena coprì monti e pianure.

No, eppure sempre fermo, sempre senza
mutamento sul vago seno in fiore
dell'amor mio, come guanciale; sempre
sentirne il su e giù soave d'onda, sempre
desto in un dolce eccitamento
a udire sempre sempre il suo respiro
attenuato, e così viver sempre,
o se no, venir meno nella morte.