giovedì 25 aprile 2019

Nel Devon a casa di Agatha Christie

"Il luogo più bello del mondo"
A.C
Greenway, casa di vacanza di Agatha Christie nel Devon.

Situata in un’area del Devon considerata di eccezionale bellezza, Greenway è stata la casa di vacanze di Agatha Christie. E' davvero impossibile non innamorarsi di questa dimora e del suo splendido giardino! La scrittrice la conosceva sin da bambina, ma quando la rivide  in età adulta rimase colpita da tanta bellezza! 




La storia dell'edificio è antica e risale alla fine del 1400: negli anni ha subito varie modifiche fino all’attuale costruzione. Oggi è gestita dal National Trust che con dovizia di particolari ha reso il luogo estremamente suggestivo, tanto da sembrare che a momenti possiamo incontrare la Christie in qualche stanza intenta a scrivere alla sua celebre macchina.



Era il 1938 e la ‘regina del giallo’ e suo marito Max erano stanchi della loro casa a Torquay, così non appena videro Greenway capirono che poteva fare al caso loro. Ecco come la scrittrice la descrive nella sua autobiografia:
"Così andammo a Greenway e restammo colpiti dalla bellezza della casa e del terreno circostante. Era una costruzione georgiana che risaliva alla fine del millesettecento immersa in un bosco che scendeva in dolce pendio fino al Dart e circondata da alberi ed arbusti, la casa ideale, una dimora di sogno".
Agatha Christie, La mia vita, Oscar Mondadori


In effetti è una vera e propria casa da sogno pieno di tesori appartenuti alla scrittrice. Offre  al visitatore incuriosito uno straordinario ‘viaggio’ nella sua vita privata: argenti, porcellane, libri, mobili, cappelli, quadri, tutto lasciato lì come era una volta…al pian terreno ci sono salotti, la cucina, una grande sala da pranzo, ... ma il vero cuore della casa è il piano superiore con la libreria, la sua macchina da scrivere, la camera da letto il bagno e persino il suo armadio ancora pieno di vestiti! 



In diversi posti, su vari tavolini, sono sparse delle fotografie ma una delle cose che ho amato di più è una vecchia radio con il suono della sua voce. 





Uno sguardo fuori dalla finestra e la vista è davvero incantevole!


In questa casa Agatha Christie ed il marito vi abitarono nei mesi di primavera, estate e qualche volta anche per Natale. Qui ella non scrisse molto perché voleva godersela come luogo di vacanza e relax con amici e con i familiari! Ritroviamo Greenaway, comunque, in almeno tre dei suoi romanzi: Five Little Pigs, Ordeal by Innocence, Dead Man’s Folly. In quest'ultimo, tradotto in italiano con il titolo  "La sagra del delittola casa compare sotto il nome di Nasse House e la rimessa delle barche è teatro della scena del delitto di Marlene Tucker.



Durante la seconda guerra mondiale Greenaway fu requisita ma alla fine del conflitto venne liberata e di nuovo frequentata fino a quando alla morte della scrittrice (1976) e del marito Max Mallowan (1978) la casa passò in eredità alla figlia Rosalind che con il marito riuscirono a sviluppare ulteriormente il giardino.  
Nel 2000 la casa fu donata al National Trust ma Rosalind e Anthony continuarono ad abitarci al 2004 l'uno e 2005 l'altro.
Oggi Greenaway ha il prestigioso riconoscimento di dimora storica (Grade II listed building by Historic England) 


Greenway è un luogo molto suggestivo e il giardino offre passeggiata fino al fiume Dart attraverso sentieri veramente meravigliosi. Lasciatevi guidare dai percorsi. Non ve ne pentirete! Attraverso il pendio del bosco si arriva al fiume dove una piccola e accogliente boat house ci ricorda che questo è stato un luogo per godere pace e tranquillità. 



La tenuta è davvero un bel posto da visitare. Non importa se avete letto tutti i suoi gialli o avete visto i film tratti da essi. Nella casa non ha vissuto solo la scrittrice ma anche la donna, la moglie e l'amica. Tutto quello che si ammira è posto con straordinaria eleganza.  
(tutte le foto sono state scattate da me nell'agosto 2018)



Siti interessanti:

martedì 16 aprile 2019

Le sorelle Mitford

"Persone diversissime, sembrano 
aver preso a morsi il ventesimo secolo"
Mary S. Lovell 

Sono state definite le sorelle più affascinanti del secolo e probabilmente lo sono state davvero visto che con la loro vivacità ed esuberanza predominarono nella società inglese della prima metà del novecento. Sei sorelle, sei donne, sei storie che tra aristocrazia, follia e snobismo vissero ognuna a modo suo la propria epoca tra le mille contraddizioni di un'aristocrazia in decadenza, e una guerra mondiale sempre più vicina.
Da David Freeman Mitford, il Barone Redesdale e Sydney Bowles rispettivamente soprannominati Farve e Muv nacquero sei femmine e un maschio: Nancy ( 1904-1973), Pamela (1907-1994), Thomas (1909-1945), Diana (1910-2013), Unity (1914-1948), Jessica detta “Decca” (1917-1996) e Deborah soprannominata “Debo” (1920-2014).
Ma perché queste sei sorelle sono passate alla storia? Belle, ricche e nobili, cresciute in un clima di grandi cambiamenti e turbamenti politici e sociali riuscirono a scandalizzare  l’Inghilterra negli anni cruciali tra la prima e la seconda guerra mondiale. 
Tragedie, passioni e soprattutto grandi amori si susseguirono nel corso degli anni: sotto le luci della ribalta le sei sorelle continuavano ad incantare e per molti versi a far ‘preoccupare' diverse generazioni.
Tre di loro scrissero di sé e della loro famiglia talvolta anche in modo ironico e sarcastico usando pseudonimi per indicare persone e fatti realmente avvenuti. 

Unity; Jessica; Diana; Deborah; Pamela, Nancy; 

Nancy  fu autrice di romanzi di successo. Ebbe un matrimonio infelice e si innamorò perdutamente Gaston  Palewski, francese braccio destro di Charles de Gaulle. Si trasferì a Parigi dove rimase  fino alla fine dei suoi giorni.
Pam, fu la più discreta delle sorelle, quella che fece discutere meno e sposò il noto fisico Derek Jackson.
Diana e Unity sono senza dubbio le più 'discusse' a  causa del loro appoggio ad Adophe Hitler e alla causa fascista. 
Diana, considerata una delle donne più belle della sua epoca e regina del savoir faire, fu amante e poi moglie di Sir Oswald Mosley fondatore del partito fascista in Inghilterra, considerato al pari di Diana un uomo affascinante ed eloquente. Diana non fu mai ben vista in Inghilterra: ella nonostante tutto non si pentì mai delle sue scelte politiche neanche quando gli orrori nazisti furono noti a tutti.  
Unity visse in preda all’ossessione assoluta del Fuhrer tanto da amarlo, cercarlo e  osannarlo fino alla fine dei suoi giorni. In molti sostengono che tra i due ci fu più di un’amicizia ma la verità rimarrà per sempre ignota.  Di Unity sono alquanto singolari anche alcune vicende della sua vita che sembrano siano state profetiche per il suo triste destino.
Decca che al contrario delle sorelle sostenne la causa comunista prima in Spagna, sposando un suo cugino nipote di Sir Wiston Churchill, e poi definitivamente negli Stati Uniti. Alla morte del marito si risposò con un avvocato americano e continuò nel suo impegno politico diventando scrittrice e giornalista di grande fama. A differenza di Diana seppe riconoscere i lati neri del fascismo e del comunismo stalinista. Fece molto discutere in America il suo saggio sullo scandaloso business dei funerali americani.
Infine Debo, l’ultima nata. Sposò Andrew Cavedish, il figlio più giovane del decimo duca del Devonshire. Ereditarono la stupefacente dimora di Chasworth nel nord dell’Inghilterra che  riuscì ad essere restaurata e riportata nell’antico splendore con le molteplici attività economiche ad essa connesse che Debo e il figlio Peregrine avviarono nel corso degli anni. 
Della famiglia Mitford sono state scritte diverse biografie. Credo che questa di Mary S. Lovell, a parte i romanzi i romanzi scritti da Nancy e Decca, sia uno dei pochi testi, pubblicati in italiano (Editore Neri Pozza). E’ ben scritta e si lascia leggere con facilità nonostante sia un volume abbastanza lungo e coinvolga nella trama molte persone vicine alle Mitford ….mariti, amanti, compagni,  genitori, fratello…
L’autrice grazie ad interviste, articoli di giornale e corrispondenze private delle sorelle, riesce a ricostruire le complicate storie di ognuna e ad esplorare i rapporti familiari spesso difficili e complicati.    
Personalmente non ho amato nessuna di loro in particolar modo, ma devo dire che ritengo incredibile quello che riuscirono a fare con la forza che le contraddistingueva e la caparbietà con la quale portavano avanti le loro convinzioni.
Sul web si trovano filmati di repertorio e diverse interviste alle sorelle. Ci sono anche brevi documentari legati ai luoghi in cui hanno vissuto e in particolar modo sulla tenuta di Inch Kenneth una casa costruita nelle Ebridi scozzesi che le Mitford usarono molto come rifugio dai riflettori dal mondo.

domenica 7 aprile 2019

Shakespeare and Company

"Dietro di lei, alti fino al soffitto e sconfinati nel retrobottega 
che dava sul cortile interno dell'edificio, 
vi erano scaffali e scaffali con i tesori della libreria"
Ernest Hemingway, Festa Mobile

Shakespeare and Company, Parigi

Il mio blog riparte da qui. Dopo mesi di assenza, un ‘luogo del cuore’ mi ha ridato la voglia di tornare a scrivere e a pubblicare post. Oggi racconto di un posto fantastico, uno di quelli che tutti coloro che amano i libri almeno una volta nella vita dovrebbero visitare! 
Si tratta di Shakespeare and Company una famosissima libreria di Parigi che con il suo fascino tutto bohemien racconta una storia fatta di donne, uomini, pagine, libri ed idee.
Per capire cosa rappresenta occorre fare un salto nel tempo e andare nella Parigi alla fine della prima guerra mondiale...

Shakespeare and Company, Parigi


Sono gli anni ’20 (precisamente il 1919) e Sylvia Beach americana di Baltimora arriva per studiare a  Parigi. Si innamora della città, pensa di portare un pezzo di Francia a New York aprendo una libreria francese nella grande mela ma poi in realtà fa l’esatto opposto: incontra la libraia Adrienne Monnier, diventa la sua compagna e decide di aprire una libreria americana a Parigi, capitale avanguardista per eccellenza. 
Così le due librerie, Shakespeare and Company (aperta prima in Rue Dupuytren, 8 poi in Rue de l’Odeon 12) e  La Maison des Amis des Livre (già famosa per i suoi incontri con gli artisti e per essere la prima libreria a dare in prestito libri), diventano il fulcro della vita culturale parigina in un clima di creatività, innovatività e di indipendenza. 

Shakespeare and Company, Parigi

Sylvia osò tantissimo per l’epoca: con la sua volontà e la sua determinazione pubblicò  a sue spese nel 1922 la versione completa dell’Ulisse di Joyce (nessuno aveva voluto farlo!). Joyce non le fu mai particolarmente riconoscente, ma Sylvia continuò  a dare in stampa libri messi al bando dalla censura. 
In quegli anni la libreria diventò il punto di riferimento e il rifugio artistico di molti intellettuali del tempo, un salotto bohemien che nel sue piccole stanze affollate di libri e scaffali, accoglieva artisti, prestava libri, offriva piccoli spazi anche per dormire.  T.S Elitot, Ezra Pound, Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Francis Scott Fitzgerald...…per citarne solo alcuni…  Sylvia e Adrienne non solo vendevano, ma leggevano, promuovevano e fecero di tutto per rendere la lettura accessibile alle donne.
Ma la loro non fu solo una rivoluzione culturale. Fu anche ricerca e libertà di vita, una lotta alla censura fatta da donne che affermavano anche i loro diritti di scelta sessuali e personali. 
L’occupazione nazista in Francia segnò  gli anni più difficili per Sylvia. Le sue amicizie  con intellettuali ebrei e il suo rifiuto di vendere un libro a un ufficiale tedesco, la costrinsero a chiudere la libreria nel 1941 e stipare tutto in un magazzino vicino al suo appartamento. Fu internata per sei mesi in un campo di prigionia e al suo ritorno continuò, in clandestinità, la sua operazione di resistenza culturale. Non riaprì più la libreria. 
Nel 1959 Sylvia scrisse le sue memorie e morì a Parigi nel 1962.


Shakespeare and Company, Parigi

Nel frattempo, nel 1951 George Whitman, americano come Sylvia Beach ma originario del Massachussetts, arrivò a Parigi. Erano gli anni post guerra e la città riprendeva il suo fermento culturale.  Whitman compra libri e li da in prestito agli amici, poi decide di aprire sulla rive della Senna, in rue de la Bucherie, 37,  Le Mistral la sua libreria e in onore di Sylvia successivamente, nel 1964 la chiamerà Shakespeare &  Company.
Seguendo le orme di colei che l'aveva resa un posto unico e ricercato, anche Whitman creò un modello particolare di libreria definita ‘un’utopia socialista travestita da libreria’ frequentata da alcuni tra i più grandi autori del secondo Novecento.
A lui si deve la nascita dei Tumbleweeds ovvero di coloro dormivano e prestavo un po’ del loro tempo di lavoro tra libri e scaffali in libreria e nel frattempo dovevano scrivere una piccola autobiografia anche di una sola pagina.
Oggi la libreria è uno di quei posti che gli amanti della lettura devono assolutamente visitare. Nelle piccole stanze il profumo dei libri è inebriante. Centinaia di testi sugli scaffali e al piano superiore tra libri antichi e usati (la maggior parte sono in inglese) ci sono piccoli angoli ove sedersi per leggere. Il fascino della leggenda è reso anche dai letti messi lì per sedersi, per dormire,  segno che nonostante il tempo che passa nulla è cambiato!
Oggi George Withman non c’è più ma sua figlia Sylvia (poteva non chiamarsi così?) continua con passione ciò che la libreria ha rappresentato continuando a far vivere Shakespeare & Company nella leggenda. Se vi recate a Parigi mettetela tra i luoghi da dover sicuramente visitare!:)


Bibliografia in italiano:
- La libraia di Joyce. Sylvia Beach e la generazione perduta di Noel Riley Fitch - Editore: Il Saggiatore 
- Shakespeare and Company di Sylvia Beach - Editore: Neri Pozza 
- Donne della Rive Gauche. Parigi 1900-1940 di Shari Benstock - Editore: Somara 

Ho conosciuto la Shakespeare & Company grazie a Festa Mobile il romanzo incompiuto di Ernest Hemingway che celebra Parigi in una giornata di festa come un inno alla libertà dell'uomo di pensare, agire ed esprimersi (Editore: Mondadori). Il libro è assolutamente da leggere per chi vuole godere dell’atmosfera bohemien della Parigi degli ‘20  (un capitolo è interamente dedicato alla Shakespeare & Company). Di recente è stato ri-pubblicato con l'aggiunta di racconti inediti (mi toccherà ricomprarlo!!).

Infine vi segnalo Paris was a woman'un film/documentario di Greta Shiller  che racconta delle artiste e intellettuali vissute a Parigi, sulla Rive Gauche tra gli anni Venti e la Seconda Guerra Mondiale!