venerdì 5 giugno 2020

Case e oggetti vittoriani. Consigli di lettura


Negli anni 80' e 90' sono stati pubblicati libri bellissimi, fortunatamente qualcuno anche in italiano. Oggi vi scrivo di due 'must have' dedicati a chi ama le cose e la casa del passato. Sono testi diversi ma entrambi puntano l'attenzione sulle case di una volta, sui consumi, usi e tradizioni dall'800 in poi ma anche e sopratutto sugli oggetti che adornavano le case vittoriane (e chissà se sfogliandoli non ritrovate qualche oggetto che magari avete a casa e non sapete a cosa poteva servire! A me è capitato!:)

Libro in italiano
Il primo si chiama proprio così...'La Casa del Passato' (titolo originale 'The Forgotten Household Craft') ed è un vero elogio alla casa e alla casalinga, un 'viaggio' nelle abitazioni  delle nostre nonne, o forse meglio dire ...delle nostre bis-nonne. 
Gelosamente custodito nella mia libreria da molti anni, ho letto questo libro ogni qualvolta ho sentito il bisogno di guardare al passato e approfondire la differenza tra le nostre case moderne e quelle di una volta! Come recita il sottotitolo tratta di 'attività, gesti e oggetti dimenticati', una vera e propria rievocazione dell'arte casalinga di una volta scritta 'per ispirare e istruire pensando al futuro'.


Scritto da John Seymour, conduttore radiotelevisivo inglese, scrittore, contadino, piccolo proprietario terriero e grande attivista ambientale contrario al consumismo e all'industrializzazione. L'autore specifica che il libro è frutto del suo punto di vista 'maschile', osservatore in un certo senso 'esterno' e in quanto tale, meglio testimone, a suo parere, nel raccontare ciò che osservava.  Va anche detto che Seymour fu un grande sostenitore dell'autosufficienza in tutte le sue forme e che per anni con la sua compagna visse in una fattoria nel Galles. 



Pubblicato nel 1987 da Idealibri oggi 'La Casa del passato' è un libro più attuale che mai perché se da un lato il progresso e la tecnologia hanno rivoluzionato le nostre vite (e possiamo dire di non poter fare a meno di una lavatrice!) dall'altro un ritorno alla semplicità del pane fatto in casa, di una conserva nella credenza o di una tavola apparecchiata con gusto e con amore possono offrire quello che potremmo chiamare 'ben-essere domestico'!.:)
In un'epoca non sospetta dove internet ancora non era il 'cibo' quotidiano di milioni di persone, già alla fine degli anni 80' si percepiva l'avanzata di un progresso degradante che dalla plastica ai fast food avrebbe 'impoverito' ancora di più la nostra generazione. E Seymour era ben consapevole di tutto ciò. 


Il libro inizia con un capitolo sulla cucina e dintorni delle case vittoriane e sulle tradizioni della gente dell'Inghilterra orientale. Seymour passa in rassegna i vari metodi di cottura, i tipi di cucina che per lo più erano focolari e cucine a legna, gli utensili utilizzati,  le conserve, le bevande e i metodi per riassettare! 
Un capitolo è dedicato al latte e ai suo derivati (formaggi e gelato). 
Non poteva certo mancare la giusta attenzione al bucato e all'energia che si doveva impiegare per ammollare, battere, strofinare, bollire, inamidare, sciacquare e far asciugare i panni!! ...Mammia solo a scriverle queste cose viene l'ansia!! :) 
...Poi passa in rassegna tutte quelle cose che rendevano le case luoghi dell'accoglienza e dell'ospitalità: il riscaldamento, i servizi igienici, le abitudini delle sale da pranzo, i lumi ma anche i fili di casa ovvero pizzi e merletti e ricami. Infine non potevano di certo mancare gli addobbi della casa nei giorni di  festa!



Adoro questo libro e cosa non certo trascurabile è in italiano!! Cosa non da poco visto che sono davvero pochi quelli belli da collezione tradotti nella nostra lingua! 
Una vera e propria lode alla casa, al famoso focolare domestico al centro dell'universo familiare dove i bambini sono allegri e sicuri e dove il duro lavoro di generazioni ha creato le basi per la civiltà odierna.
Che dire... semplicemente meraviglioso!:)

Libro in inglese
Il secondo libro The Victoria Catalogue of Household Goods pubblicato da Studio Editions Ltd nel 1991, è un vero e proprio catalogo di articoli per la casa del XIX secolo. Contiene praticamente tutto il necessario per attrezzare una casa vittoriana: dai mobili agli oggetti, ai suppellettili ad una miriade di oggetti d'arredo. Un compendio di un testo originale pubblicato in più edizioni che arrivò a contenere più di cinquemila oggetti per arredare e decorare una casa vittoriana.


Dorothy Bosomworth studiosa di arte e di storia, nell'introduzione al catalogo spiega il background storico e sociale che portò, alla fine del 1858, alla nascita della Silber & Fleming of London and Paris, l'azienda fondata da Albus Marcius Silber di origini tedesche arrivato in Inghilterra nel  1854. Dall'incontro con N.H. Fleming nasce l'idea di aprire un negozio in Wood Street a Londra e in rue de Paradis Poissonnière a Parigi.
All'inizio era un magazzino ma poi divenne un vero e proprio deposito merci e, già nel 1880, la società commerciava in tutto il mondo oggetti di arredamento per la casa. 
Il catalogo originale su cui si basa questa edizione in facsimile è stato pubblicato per la prima volta nel 1883.
Silber & Fleming vendevano prodotti del proprio marchio ma ben presto si occuparono di import - export di beni provenienti da ogni parte. Per immaginare la quantità di merce prodotta e venduta in quel periodo basta pensare che erano gli anni a seguire della grande esposizione universale del 1851, fortemente voluta dal Principe Albert, e che rappresentò la potenza e l'apoteosi del commercio dell'impero britannico in tutte le sue colonie.


Sfogliando le pagine del catalogo è come aprire la porta di casa di Mrs. Beaton ed entrare in un  edificio vittoriano pieno di oggetti di tantissimi generi, forme e colori: argenti, lampade, porcellane, giocattoli, vasi, statue, brocche, bicchieri, piatti, orologi, posate, carrozzine, tende da campeggio...insomma una quantità incredibile di beni e manufatti! 
Ai clienti, probabilmente grossisti dell'epoca, Silber & Flemign scrivevano che in pochi giorni erano in grado di qualsiasi prodotto richiesto!


Nel libro ci sono una serie di innumerevoli cose curiose che ci aiutano anche a comprendere i gusti della middle class vittoriana: dalla scelta privilegiata delle porcellane inglesi dello Straffodshire a quelle di Dresda, Vienna, Bohn, cinesi e giapponesi. 
La presenza di oggetti raffiguranti animali esotici è segno dell'interesse per le colonie d'oltreoceano mentre per avere un'idea di un servizio da cena per 18 commensali basta leggere il numero dei pezzi disponibili: ben 168 pezzi tra piatti di tutte le dimensioni e per tutte le portate e zuppiere!!!
Oggi alla National Art Library del Victoria & Albert Museum sono conservati i dieci volumi originali pubblicati a partire dal 1872 (purtroppo non sono sopravvissuti i listini prezzi dei prodotti che erano pubblicati a parte!).


Il catalogo è in inglese, tuttavia lo consiglio anche a chi non conosce bene la lingua poiché ci sono le illustrazioni dei prodotti con il nome dell'oggetto posto in basso al disegno.
Per chi vuole cimentarsi in una lettura integrale dei dieci cataloghi originali può cercare su https://archive.org/ e inserire la parola chiave di ricerca Silber & Fleming Ltd.

lunedì 1 giugno 2020

Ritorno a Brideshead


Nella lista dei libri belli e da leggere sicuramente Ritorno a Brideshead merita un posto d’onore.  Pubblicato nel 1945 è il primo romanzo di Evelyn Waugh, quello che lui stesso definì il suo Opus Magnum, un'opera scritta tra pensieri autobiografici e conversione al cattolicesimo durante un periodo di convalescenza dovuta ad una ferita di guerra. Il tema del libro, come lo stesso Waugh riportò, consiste nell'intervento della grazia divina su un gruppo di personaggi diversi ma intimamente collegati. 
Il romanzo rievoca gli anni della giovinezza trascorsi in college esclusivi Oxford attraverso gli occhi e la penna del giovane Charles Ryder, studente  amico di Sebastian, giovane rampollo dei Flyte. 


Britain Magazine, sept 2016
Aristocratici, snob e ferventi cattolici i Flyte percorrono il loro 'viale del tramonto' anteponendo la  religione a tutto, a costo di rinunce e sofferenze. 
Il declino della famiglia è quello dell’intera classe aristocratica britannica che già all’inizio del primo conflitto mondiale affrontava la crisi del suo sistema. A Brideshead, nell'antica dimora dei Flyte, la vita e la religione sono indissolubili. I riti e le cerimonie, capisaldi dell'aristocrazia,  stanno per essere sopraffatti dai venti di guerra che dissolveranno proprio quella classe sociale chiusa e poco incline ai cambiamenti. 
Matthew William Goode nel ruolo di Charles Ryder (2008)
E così la storia, tra sacro e profano, segue il suo corso durante il quale il giovane Charles passerà dall’amore per Sebastian, il suo ‘biglietto di ingresso’ nel mondo nostalgico e aristocratico di Brideshead,  a quello di Julia, la sorella di Sebastian che in un certo qual modo diventerà la sua 'porta di uscita' da quello stesso mondo.
Il ruolo di Brideshead nel romanzo è determinate. La splendida residenza di campagna occupa un posto speciale per la sua bellezza e magnificenza. E’ motivo di attrazione ma nello stesso tempo anche di fuga.



Consiglio, ovviamente dopo aver letto il romanzo, di vedere il film del 2008. Uno splendido Matthew William Goode nei panni di Charles Ryder  e Emma Thompson in quelli dell’algida Lady Machmain. Una visione che si snoda tra atmosfere vintage inglesi, italiane (i giovani protagonisti andranno in visita da Lord Machmain a Venezia), fino al Marocco, dove Sebastian troverà la strada della sua fragile vita.

Castle Howard (link)
Nel film Brideshead è lo splendido Castle Howard (in realtà non è un vero castello ma una dimora signorile nel nord dello Yorkshire, in Inghilterra, a 15 miglia a nord di York). Costruito 1699 e il 1712 per il 3º conte di Carlisle, su progetto di Sir John Vanbrugh. È classificato con un Grade listed I ovvero luogo di eccezionale rilevanza storica. 
Castle Howard è la casa di una parte della famiglia Howard da oltre 300 anni ed è una delle più grandi case di campagna in Inghilterra, con un totale di 145 camere e una tenuta che, al tempo del 7º conte di Carlisle, copriva oltre 13.000 acri (5.300 ettari) e comprendeva i villaggi di Welburn, Bulmer, Slingsby, Terrington e Coneysthorpe.