December 13th is the shortest day of the year. In the old 'Julian' Calendar it was a solstice day and a pagan festival of lights. In Sweden the day was turned into St. Lucia's Day. People arrange processions with a Lucia, her maids, starboys and a small Father Christmas.
Lucia was an Italian saint, born in about 284 A.D. in Sicily. Known for her generosity in feeding the poor and homeless, St. Lucia was executed at the age of 20 during the Romans’ persecution of Christians. During the 17th and 18th centuries, the Lucia legend came up to Sweden through Germany.
The first public Lucia celebration was held in Stockholm in 1927. The Swedes’ affection for the Lucia festival is due partially to the timing; Lucia festivals provide a ray of light during the winter solstice, the darkest time of the year in Sweden.
St. Lucia's Day is celebrated by a girl dressing in a white dress with a red sash round her waist and a crown of candles on her head.
Il 13 dicembre è il giorno più corto dell'anno. Nel vecchio calendario giuliano, (calendario solare basato sul ciclo delle stagioni) questa data celebrava il solstizio d'inverno. Era una festa pagana che celebrava il ritorno della luce.
Lucia era un giovane italiana, nata intorno al 284 dC, in Sicilia. Conosciuta per la sua generosità verso i poveri e i senza fissa dimora, Lucia fu giustiziata all'età di 20 durante la persecuzione dei cristiani da parte dei romani. Nel corso del XVII e XVIII secolo la leggenda di Lucia si è tramandata dalle popolazioni germaniche a quelle svedesi.
In Svezia la prima celebrazione pubblica di Santa Lucia si tenne a Stoccolma nel 1927. In tutto il paese il giorno di Santa Lucia è una ricorrenza festiva: e' la celebrazione dell'inizio del ritorno della luce nel periodo più buio dell'anno.
Nelle cerimonie svedesi, Santa Lucia viene celebrata da una ragazza vestita in abito bianco con una fascia rossa intorno alla vita e una corona di candele in testa. Nelle processioni la Lucia è seguita dalle ancelle e da piccoli bambini con i cappucci lunghi.
John Donne was born in London in 1572. He is often considered the greatest loved poet in the English language. He was born into a Catholic family in 1572, during a strong anti-Catholic period in England. His father was a prosperous London merchant. His mother, Elizabeth Heywood, was the grand-niece of Catholic martyr Thomas More.
He is considered the pre-eminent representative of the metaphysical poets. His works are noted for their strong, sensual style and include sonnets, love poems, religious poems, Latin translations, epigrams, elegies, songs, satires and sermons.
Donne was elected dean of the Saint Paul Cathedral and, as a preacher of many sermons he gained wide fame among his contemporaries. He died in London in 1631.
Among his poems the 'A Nocturnal upon St. Lucy's Day' celebrates light, love, life in the deep midnight on the day of Saint Lucia.
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John Donne |
John Donne nacque a Londra nel 1572; figlio di ricchi mercanti cattolici, si convertì in seguito all’anglicanesimo. Studiò ad Oxford e da giovane compose satire, sonetti ed elegie. Dopo la conversione scrisse opere filosofiche e poesie religiose. È il principale dei poeti cosiddetti metafisici, la cui poesia, per larga parte d’ispirazione religiosa, fiorì nella prima metà del 17° sec. e fu contraddistinta da alcuni caratteri salienti, quali ingegnosità, concettismo, similitudini che avvicinano cose o idee tra loro lontane, caratteri che la fanno rientrare nel quadro del secentismo.
Donne fu eletto decano della cattedrale di Saint Paul e, come predicatore di molti sermoni si conquistò larga fama tra i contemporanei. Morì a Londra nel 1631.
Tra i suoi componimenti il 'Notturno nel giorno di Santa Lucia' celebra la luce, l'amore, la vita nella profonda mezzanotte del giorno di Santa Lucia.
A Nocturnal upon St. Lucy's Day
by John Donne (1611)
‘Tis the year’s midnight, and it is the day’s,
Lucy’s, who scarce seven hours herself unmasks ;
The sun is spent, and now his flasks
Send forth light squibs, no constant rays ;
The world’s whole sap is sunk ;
The general balm th’ hydroptic earth hath drunk,
Whither, as to the bed’s-feet, life is shrunk,
Dead and interr’d ; yet all these seem to laugh,
Compared with me, who am their epitaph.
E’ la mezzanotte dell’anno.
E’ la mezzanotte del giorno di Lucia,
per sette ore a stento si disvela.
Il sole è sfinito e dalle sue fiasche
non raggi costanti, ma deboli bagliori ora manda.
La linfa del mondo tutta fu assorbita.
Bevve la terra idropica l’universale balsamo.
Morta e interrata la vita si è ritratta,
là, ai piedi del letto, quasi. Eppure,
tutto ciò non par che un riso
rispetto a me che sono il suo epitaffio.
Study me then, you who shall lovers be
At the next world, that is, at the next spring ;
For I am every dead thing,
In whom Love wrought new alchemy.
For his art did express
A quintessence even from nothingness,
From dull privations, and lean emptiness ;
He ruin’d me, and I am re-begot
Of absence, darkness, death—things which are not.
E allora studiatemi, voi che sarete amanti
in un altro mondo, in un’altra primavera,
perchè io sono ogni cosa morta
che nuova alchimia d’amore ha trasmutato.
Perchè anche dal nulla la sua arte
ha distillato una quintessenza,
da opaca privazione, da povera vuotezza.
Annichilito, ora rinasco
dall’assenza, dal buio, dalla morte,
cose che non sono.
All others, from all things, draw all that’s good,
Life, soul, form, spirit, whence they being have ;
I, by Love’s limbec, am the grave
Of all, that’s nothing. Oft a flood
Have we two wept, and so
Drown’d the whole world, us two ; oft did we grow,
To be two chaoses, when we did show
Care to aught else ; and often absences
Withdrew our souls, and made us carcasses.
Da ogni cosa, ogni altro prende ciò che è bene,
vita, anima, forma, spirito, ne trae esistenza.
Dall’alambicco dell’amore così fatto,
sono la tomba io, di tutto quel che è nulla. Spesso
fu un diluvio il nostro pianto,
ne sommergemmo il mondo. Noi due. E spesso
siamo mutati sino a essere due caos
quando parve che d’altro ci curassimo. E spesso
l’assenza ci privò dell’anima. Fece di noi carcasse.
But I am by her death—which word wrongs her—
Of the first nothing the elixir grown ;
Were I a man, that I were one
I needs must know ; I should prefer,
If I were any beast,
Some ends, some means ; yea plants, yea stones detest,
And love ; all, all some properties invest.
If I an ordinary nothing were,
As shadow, a light, and body must be here.
Ma per la sua morte -parola che le fa torto-
del primigenio nulla un elisir son fatto.
Se fossi un uomo, che sono uno
dovrei di necessità saperlo. Seguirei,
se fossi un animale, un fine, un mezzo.
Le stesse piante, le stesse pietre
odiano, amano; e tutto, tutto possiede una proprietà.
Se fossi un qualunque nulla,
come lo è un’ombra, vi dovrebbe pur essere
una luce, un corpo.
But I am none ; nor will my sun renew.
You lovers, for whose sake the lesser sun
At this time to the Goat is run
To fetch new lust, and give it you,
Enjoy your summer all,
Since she enjoys her long night’s festival.
Let me prepare towards her, and let me call
This hour her vigil, and her eve, since this
Both the year’s and the day’s deep midnight is.
Ma io sono il Nulla; il mio sole non si rinnoverà.
E voi amanti, voi per cui il sole minore
è trascorso ora in Capricorno
per prendere nuova passione, e a voi donarla,
godete intera la vostra estate perchè lei gode
la festa della sua lunga notte.
Io a lei mi disporrò e chiamerò quest’ora
la sua vigilia, la sua veglia,
in questa profonda mezzanotte
del giorno e dell’anno.
Il testo in italiano è a cura di Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Guerrini scrittrice, poetessa e traduttrice italiana. (1923-1977)