mercoledì 26 aprile 2023

Orient Express. Un viaggio nel Mito


Quella dell'Orient-Express è una storia ricca di avvenimenti!. 
E' opinione comune di associarla ad un solo treno viaggiatore ma in realtà è la storia prima di un uomo, poi di una Compagnia e poi di una rete ferroviaria fitta e ben articolata che negli anni della Belle époque raggiunge il suo apice e splendore!.

Si racconta che sia un treno nato per una storia d’amore (o meglio per un matrimonio che ‘non s'ha da fare, né domani, né mai!’)...
Georges Nagelmackers è figlio di ricchi banchieri belgi. Nasce nel  1845 e a soli vent'anni si innamora di sua cugina. Un matrimonio impossibile perché consanguineo e ben presto la famiglia li separa allontanando il giovane oltreoceano (qualche fonte recita che fu la ragazza a rifiutarlo). 


Nagelmackers è un giovane intraprendente e arrivato in America non gli resta che viaggiare con il suo mentore per conoscere il paese. Per farlo utilizza delle carrozze ferroviarie dell’imprenditore George Mortimer Pullman chiamate le ‘sleeping car’ ovvero delle vetture con sedili per i passeggeri che di notte, con un sistema a ribalta, diventavano cuccette dormitori. L’impresa di Pullman era eccezionale e stava segnando una nuova era nei trasporti americani che necessitavano di coprire lunghe distanze!

Il giovane imprenditore belga rimane subito colpito da questo nuovo ed innovativo sistema di spostamento delle persone che tuttavia gli appare poco comodo e consono per gli standard dei paesi di sua provenienza. Di notte, infatti, una piccola tendina garantiva una sorta di mini privacy (molto mini!) ai viaggiatori. 

A Nagelmackers ciò non piacque e iniziò a pensare all’importanza che avrebbe avuto quel tipo di trasporto in Europa e alla possibilità di offrire un servizio più comodo alle signore viaggiatrici a bordo dei treni.


Ritornato in patria pensa di riproporre le carrozze di Pullman ma il progetto era molto ambizioso!  Occorrevano finanziatori in grado di sostenere l'impresa.

Comunque sia egli riuscì nel suo intento ma le avversità non erano solo economiche!

Nel 1873 fondò la società Georges Nagelmackers & Company, che in seguito divenne Compagnie Internationale des Wagons-Lits (CIWL).

Una delle grandi difficoltà da affrontare fu quella che durante il viaggio il treno attraversava diversi stati con sistemi di rotaie differenti tra loro e ogni passaggio di frontiera doveva essere negoziato con il singolo stato e con le compagnie ferroviarie di riferimento che dovevano fornire motrici idonee ai percorsi.

Grazie anche all’appoggio del sovrano dei belgi Leopoldo II, appassionato di ferrovie e amico di famiglia, Nagelmackers riuscì ad ottenere un primo contratto sulla linea Parigi- Vienna (lo stemma della casa reale sarà inserito nel logo della compagnia) 

Il 4 ottobre del 1883 dalla Gare de l’Est di Parigi parte un treno ‘veloce’ del La Compagnie Internationale des Wagons-Lits che per la prima volta collegava occidente e oriente. La data sarà sempre ricordata come l'inizio dell'avventura dell'Orient-Express!.

Gare de l'Est (ex Gare de Strasbourg)
(L'età d'oro del viaggio in treno, L'Ippocampo Editore)

Cinque carrozze comode e lussuose con quaranta facoltosi passeggeri a bordo per un tragitto destinato a cambiare la storia della ferrovia e a collegare definitivamente occidente ed oriente.
Due vagoni erano di servizio per bagagli e cabine del personale, due carrozze letto ospitavano fino a 40 passeggeri e una carrozza ristorante deliziava i passeggeri con cibi che variavano a seconda dei paesi attraversati. 
Il viaggio è un successo e l’ospite d’onore, il giornalista Edmond About, rimane entusiasta! 

Il resto è storia. Dal vagone ristorante agli scompartimenti, ogni cosa era pensata per il comfort totale dei facoltosi passeggeri.

Parigi, Strasburgo, Monaco, Vienna, Budapest, Bucarest e Varna per poi raggiungere, dopo soli quattro giorni, Costantinopoli (l’ultimo tratto è a bordo di una nave!). 

Manifesto pubblicitario
 della Compagnie Internationale des Wagon-Lits


Agli increduli viaggiatori si aprivano le porte della cultura e della magnificenza dell’oriente che fino ad allora avevano solo sognato e immaginato attraverso l'arte e la letteratura.




Il successo fu reso possibile anche grazie una serie di intuizioni dello stesso Nagelmakers tra cui quella di realizzare delle officine di manutenzione durante il tragitto, avere una fitta rete di agenzie nelle città dove transitavano i treni della compagnia così da occuparsi delle prenotazioni dei passeggeri, e soprattutto un sistema di scambio motrici che permetteva alle carrozze di viaggiare e attraversare i diversi imperi, da quello austro-ungarico fino a quello ottomano.

Manifesto pubblicitario
 della Compagnie Internationale des Wagon-Lits

Ma l'imprenditore Nagelmakers non si ferma ai soli treni. A Costantinopoli inizia la costruzione intorno al 1890 uno degli hotel più belli della città in grado di accogliere i suoi prestigiosi viaggiatori: il Pera Palas ancora oggi aperto e visitabile (nella camera n. 411 Agatha Christie scrisse Assassinio sull’Orient Express!).

Salone del Pera Palace di Costantinopoli
L'età d'oro del viaggio in treno, L'Ippocampo Editore


Nei anni successivi la Compagnie Internationale des Grands Hotel costruirà alloggi lussuosi per accogliere i visitatori nei diversi paesi in cui i treni transitavano.

Nagelmakers morirà per arresto cardiaco a 60 anni ma la Compagnie Internationale des Wagons-Lits, nonostante le difficoltà finanziarie in cui si trovava, superò la bancarotta e tornò a riproporre lussuosi viaggi in treno.

Nel 1906 viene aperto il traforo del Sempione e alla fine della prima guerra mondiale si cercò per motivi legati al conflitto, un itinerario alternativo a Vienna e alla Germania titolari del percorso. 

Ed ecco che con il Simplon Orient Express (che prende nome dalla traduzione francese del Sempione) Venezia diventa una meta ambita e contribuì al rinnovamento del treno nel pieno fasto della Belle Epoque. 

Il treno, seppur costretto a fermare le sue corse durante le successive guerre mondiali, negli anni venti attraversò la sua epoca d’oro. Le carrozze con finimenti lussuosi diventano ambita meta di personaggi famosi e ricchi in cerca di glamour e desiderosi di notorietà.

Nel 1930 la tratta Parigi - Costantinopoli è percorsa in circa 56 ore! In quegli stessi anni veniva inaugurato anche il Taurus Express con un tragitto da Costantinopoli ad Aleppo e Beirut, con collegamenti fino a Gerusalemme, il Cairo o fino a Baghdad.!

Dunque, tra l’anno di inaugurazione della prima tratta (1883) e l’anno di viaggio dell’ultima (1977) La Compagnie Internationale des wagons-lit con i treni dell’Orient- Express (1883), Simplon-Orient Express (1919) e Alberg Orient-Express  (1932) percorre linee ferroviare che comprendono le principali capitali europee, città del Medio oriente, del Nord Africa e dell’Asia. 

Il 20 maggio del 1977 l'Orient Express parte da Parigi per l’ultima volta. 

Ma la storia non finisce e una vendita all’asta di alcune carrozze in disuso permette all’imprenditore americano James Sherwood di comprare dei vagoni letto e di ristrutturarli. Nasce così il Venice Simplon Orient Express in servizio dal 1982 che collega Londra a Venezia. 

Oggi la tratta è una delle lussuose offerte di viaggio della compagnia Belmond. Per info e prezzi consultare il sito https://www.belmond.com/.



Alcune curiosità sull'Orient-Express:

- il vagone reso celebre per la firma degli armistizi (vagone di Compiègne) dell'11 novembre 1918 che quello del 22 giugno 1940 non era l'Orient Express ma un treno della stessa Compagnie Internationale des Wagons-Lit (l’originale è andato distrutto e oggi esiste una copia esatta con finimenti interni ed esterni recuperati da altre carrozze dell'epoca e la mobilia originale proprio di quel treno!)

-   Georges Nagelmackers gareggiò alle Olimpiadi estive di Parigi nel 1900 vincendo la medaglia d'oro nella guida delle carrozze trainate da cavalli

-     il 12 settembre 1931 due vagoni del treno partito da Budapest per Vienna saltano in aria per una bomba e precipitano in un burrone su un viadotto in Ungheria. Decine di persone morirono. Si racconta che a bordo c'era la celebre Josephine Baker e che abbia cantato per confortare i numerosi feriti (leggenda o realtà? qualche studioso sostiene che ella non era a bordo di quel treno!)

-       da molti fu definito l'Espresso delle spie poichè tra gli illustri viaggiatori si trovarono personaggi dei servizi segreti: da Mata Hari a Lawrence d'Arabia a Robert Baden-Powell (il fondatore dello scautismo). In particolare quest'ultimo approfittò della sua fama di collezionista di farfalle per poter disegnare nelle ali le fortificazioni nemiche e mandare così messaggi in codice al governo britannico.

- il celebre romanzo giallo scritto da Agatha Crtistie dal titolo 'Assassinio sull’Orient Express' si ispira ad una fatto di cronaca accaduto nel 1929 ad un convoglio di un treno del Simplon Orien-Express che in Turchia rimase bloccato per diversi giorni a causa delle neve (fortunatamente senza assassinio a bordo!). La stessa scrittrice in uno dei frequenti viaggi a bordo di un treno rimase bloccata a causa di un allagamento (ma non su quello bloccato nella neve)!

- dal 2024 sarà possibile viaggiare alla scoperta delle meraviglie d’Italia attraverso sei itinerari a bordo del treno ’Orient Express La Dolce Vita’. con cabine e suite di pregio. Per info e costi consultare il sito web https://www.orient-express.com/la-dolce-vita/it/


Le fonti da cui ho tratto le informazioni di questo post sono:

- la visita alla mostra ‘Orient -Express. Itinerario di un mito’ a Villa Medici a Roma fino al 21 maggio 2023 che fornisce un prezioso sguardo sull’archivio fotografico, progetti, mappe e manifesti pubblicitari della Compagnie Internationale des Wagon-Lits

- il libro di Patrick Poivre d’Arvor dal titolo 'L’età d’Oro del viaggio in treno' edizioni L’Ippocampo pubblicato in un delizioso cofanetto che racconta la storia dei treni più prestigiosi

- l'episodio di Passaggio a Nord Ovest di Alberto Angela dedicato all’Orient-Express (disponibile su Raiplay)

- il documentario in lingua inglese dal titolo 'The Orient Express - A Train Writes History' (disponibile su You Tube)

-   l'episodio 'Il Tempo e la Storia - Il mito dell'Orient Express: dalla Belle epoque a Hitler' (disponibile su raiplay)

- siti web già menzionati nel post

venerdì 17 marzo 2023

17 Marzo - St Patrick's Day

San Patrizio...tra leggenda e realtà ci porta in un tempo lontano.
Sulla sua esistenza non ci sono dubbi, ma la storia non conosce con esattezza la data della  missione, i nomi dei governanti irlandesi che incontrò e dove il suo ministero aveva sede. Lasciò un suo resoconto, un diario che sostanzialmente è una confessione della sua fede.

Non ebbe un’infanzia felice: nato probabilmente in Scozia nel 387 da una nobile famiglia (il padre era originario di una importante famiglia romana), a sedici anni Patrizio fu rapito nei pressi di casa sua, nella parte occidentale  della Britannia e venduto come schiavo ad un pastore irlandese. Dopo sei anni di schiavitù riuscì a fuggire e tornare dai genitori di là dal mare. Recatosi in Gallia, san Germano d'Auxerre lo consacrò vescovo. 
Ma già durante la schiavitù aveva deciso di dedicarsi alla vita religiosa. 



Tra il 431 e 432, fu nominato vescovo e su sua stessa richiesta, fu invitato quale missionario sull’isola occidentale dove in gioventù era stato schiavo.
Iniziò così la sua opera di conversione della popolazione irlandese dal paganesimo al cristianesimo, così come volle Papa Celestino.

Molte però sono le leggende legate a quest’uomo: si racconta che il desiderio di tornare in quella terra derivava da un sogno fatto nel quale egli  sentiva la voce degli isolani che lo invocavano di portare loro il Vangelo. 


St Patrick Cathedral - Dublin
(fonte 
http://www.irlandaonline.com/)
Secondo alcune fonti il 17 marzo è il giorno in cui morì intorno al 461 d.C. ma una leggenda racconta che in questo giorno San Patrizio estrasse la “pietra fredda” dall’acqua e questo giorno segnava la fine dell’inverno e l’inizio della stagione di semina.

A lui si deve anche il fatto che sull'isola d'Irlanda non ci sarebbero serpenti perché li cacciò in mare nel 441 dopo 40 giorni e 40 notti trascorsi sul monte Croagh Padraig (al termine del quarantesimo giorno scagliò un campana su una pendice del monte, scacciando dall’isola tutti i serpenti).


Il Monte Croagh Patrick
(foto tratta dal sito  www.croagh-patrick.co)
Oggi il monte è considerato una meta sacra ed è visitato da molti pellegrini ogni anno. 
Anche il celeberrimo pozzo di San Patrizio, fu così chiamato perché si dice custodisse un pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del Purgatorio. 

Il trifoglio divenne simbolo nazionale quando San Patrizio, prese le sue tre foglie per spiegare la Santa Trinità al popolo irlandese pre-cristiano. 
Di conseguenza vestirsi di verde il 17 marzo e il trifoglio stesso, sono diventati simbolo di questo giorno.



San Patrizio diede vita ad una forma di Cristianesimo celtico che per conservare le radici e le tradizioni storiche del popolo irlandese, favorì la combinazione di molti elementi cristiani e pagani.  Un esempio è la croce solare sulla croce latina divenuta croce celtica il simbolo di questa forma di Cristianesimo.




San Patrizio è festeggiato in molti paesi da diversi secoli. Jonathan Swift, l’autore dublinese de I viaggi di Gulliver nel suo Diario a Stella annotava che nel 1713 il Parlamento di Westminster era chiuso perché era St. Patrick’s Day e che Londra era talmente piena di decorazioni da pensare che tutto il mondo fosse irlandese!!...



Il Giorno di San Patrizio viene ormai festeggiato in quasi tutto il mondo anche da chi non ha discendenze propriamente irlandesi. Per celebrare occorre richiamarsi all'Irlanda e al verde colore simbolo dell'isola. Il trifoglio come elemento decorativo non può assolutamente mancare!

Buon St.Patrick's Day !!:)


Visita il sito web della bellissima Cattedrale di San Patrizio a Dublino!

venerdì 21 ottobre 2022

La vita nella campagna inglese raccontata in un diario vittoriano

Kilvert’s Diary 1870-1879  

Life in the english countryside in mid-victorian times


Oggi vi racconto di un diario considerato tra i migliori del genere scritti in epoca vittoriana! L’autore è il reverendo Francis Kilvert.  Il titolo del libro è ‘Kilvert’s Diary 1850-1879  - Life in the english countryside in mid-victorian times’ (inutile dire che sono stata da subito attratta e conquistata dal sottotitolo!)

Del reverendo Kilvert, nonostante la sua breve vita ci sarebbe molto da scrivere ma poiché mi propongo sempre di fare post brevi per non annoiare troppo chi legge procedo con una sintesi!

Francis Kilvert nacque il 30 dicembre 1840 nella contea del Wiltshire. Figlio di un reverendo studiò prima nella canonica del padre, poi fu allievo di suo zio in una scuola di Bath e infine fu studente di Oxford. Prestò servizio come parroco evangelico in diverse parrocchie negli anni ’60 e ’70 dell’800. Nel 1864 entrò nel sacerdozio e fu dapprima curato del padre a Langley Burrel nel Wilthshire poi successivamente fu curato di un altro reverendo a Clyro in Galles. Proprio in quest’ultimo villaggio visse sette anni, dal 1865 al 1872, che considerò i suoi più felici.



Oggi sia l'area intorno a Clyro (dove il reverendo visse) sia quella di Chippenham nel Wiltshire (dove nacque) sono conosciute come Kilvert Country e sono luoghi di attrazione di turismo letterario. 

Nella chiesa parrocchiale di Clyro si trova una targa commemorativa e, la sua ex residenza, Ashbrook House, è diventata una galleria d'arte.  Molti degli edifici menzionati nei diari sono ancora esistenti, inclusa la vecchia scuola del villaggio dove insegnava Kilvert, la vecchia canonica, il New Inn (ora residenza privata) e The Swan (ora Baskerville Arms).

Kilvert inzio a scrivere il diario nel 1870 fino a poco prima della sua morte avvenuta il 23 settembre 1879 all’età di 38 anni  a poche settimane dal suo matrimonio. Infatti, nell'agosto dello stesso anno, aveva sposato Elizabeth Anne Rowland ma una peritonite gli stroncò la vita improvvisamente pochi mesi dopo quando aveva appena 38 anni!

Il diario racconta la vita nella comunità rurale alla fine dell’800. Le passeggiate per la campagna e nei villaggi, gli incontri con i parrocchiani, i sermoni, le visite ai più bisognosi, le serate in compagnia, i pellegrinaggi nelle zone limitrofe, il mutare delle stagioni. Tantissimi sono i personaggi citati nelle sue descrizioni quotidiane. 

Kilvert aveva la capacità di descrivere vividamente la natura e il paesaggio del Wilthshire e dei Welsh border con una vena a tratti umoristica ed ironica.

Il volume è pieno di aneddoti: Kilvert spesso non si limita solo ad esporre fatti della sua vita quotidiana. In diverse occasioni racconta episodi vissuti da altri. Una sorta di racconto nel racconto come quando incontra la nipote del poeta Wordsworth che a sua volta descrive un incontro con lo zio, o quando una sua amica gli racconta i suoi ricordi del giorni dell'inconorazione di re Giorgio IV. 

Ma Kilvert da un lato è stato lodato come un pastore di campagna ben voluto e di buon cuore dall’altro è stato a lungo denigrato perché come Lewis Caroll pare avesse troppa attenzione per le ragazze (William Plomer, il curatore del diario, nella prefazione tesse le sue lodi di uomo di fede, bontà, buone maniere e attenzione per i più deboli pur riconoscendo le sue grandi debolezze per la bellezza delle giovani donne e la mancanza di denaro!). 

Lo stesso Kilvert, nei suoi scritti testimonia queste sue attenzioni senza prestare particolare attenzione per la gravità dei suoi atteggiamenti. Occorre dire che su questo argomento l'epoca vittoriana era abbastanza equivoca e addirittura qualche critico ha riportato che, poiché questi atteggiamenti erano sopravvissuti alla censura dei diari fatta prima dalla moglie e poi dalla nipote di Kilvert, non potevano ritenersi azioni con intenti peccaminosi! (e' ovvio che noi oggi non la pensiamo così!).

Alla sua morte i diari furono ereditati dalla vedova che distrusse tutta parte relativa al corteggiamento del marito poiché ritenuta intima e privata. Ciò è riportato anche da Plomer nell'introduzione di questo volume. 

Si ritiene che complessivamente il diario fosse scritto in ben ventinove quaderni e quelli eliminati vanno dal settembre 1975 al marzo successivo  e dal giugno 1876 fino al dicembre 1877. Alla fine, dunque, ne rimasero ventidue.

Successivamente passarono alla sorella di Kilvert e poi ad una sua nipote che li prestò al fratello ed infine arrivarono nella mani di William Plomer, poeta, romanziere e biografo il quale intuì il valore letterario e li preparò per la stampa trascivendoli


Tuttavia la guerra e la carenza di carta non permisero la stampa di tutti i taccuini che furono restituiti agli eredi di Kilvert.  A questo punto ritornano nelle mani della nipote Essex Hope che ne elimina altri per questioni di privacy (i primi erano stati eliminati dalla vedova). Infine, sono solo tre quelli rimasti a tutt'oggi grazie al fatto che furono regalati a diverse persone. 

Quindi le copie dattiloscritte di Plomer sono state davvero utili perché sono l'unica testimonianza dell'intera opera (o almeno a quella sopravvissuta ai vari tagli!) anche se su di loro aleggia un alone di mistero poiché dal confronto con i tre libri originali esistenti mancano dei pezzi e pare che il dattiloscritto completo sia andato perduto in guerra e che  Plomer abbia comunque effettuato molti rimaneggiamenti rispetto al quanto scritto da Kilvert.! 

Per fortuna Plomer aveva già dato in stampa tra il 1939 e il 1940 un’edizione in tre volumi che conteneva circa un terzo del materiale scritto (direi una storia abbastanza complicata anche  solo a scriverla!!!). Le copie di Plomer sono state poi donate all’Università di Durham.

Infine riporto una citazione interessante scritta proprio dal reverendo e che spiega i motivi del suo scrivere il diario:

Wednesday 4 November 1874

'Why do I keep this voluminous journal? I can hardly tell. Partly because life appears to me such a curious and wonderful thing that it almost seems a pity that even such a humble and uneventful life as mine should pass altogheter away without some such records as this, an partley too because I think the record may amuse and interest some who come after me'.

'Perché tengo questo voluminoso diario? Riesco a malapena a dirlo. In parte perché la vita mi sembra una cosa così curiosa e meravigliosa che sembra quasi un peccato che anche una vita così umile e senza eventi come la mia debba passare del tutto senza qualche testimonianza come questa, anche in parte perché penso che la storia possa divertire e interessa alcuni che vengono dopo di me'.

Per l’acquisto di questo diario ho scelto l’edizione illustrata del 1992 tratta da una selezione di testi realizzata da Willam Plomer e pubblicata da Bracken Books London (ovviamente versione comprata usata e on line from uk!).



I meravigliosi dipinti pubblicati nel libro sono tutte scene della vita rurale del Wiltshire.

Solita nota dolente: il diario esiste solo in lingua inglese ma ciò non deve sorprende più di tanto perché la produzione tradotta in italiano di questo genere è davvero esigua soprattutto nei formati illustrati!.

Le informazioni di questo post sono tratte dalla lettura del Diario nell’edizione mostrata nella foto e da varie fonti consultate sul web tra cui The Kilvert Society

La bbc nel 1976 ha prodotto una serie televisiva dal titolo Kilvert's Diary con Thimoty Davies nei panni del reverendo e nel 2019  i diari  sono stati drammatizzati su BBC Radio.


giovedì 20 ottobre 2022

Diari da collezione


Scrivere il proprio diario negli anni passati era più di una semplice moda. L'attività rappresentava un momento intimo, privato e di riflessione al termine delle faccende quotidiane quasi come se il fatto di riportarle su carta fermasse le lancette del tempo per rendere eterni quei momenti trascorsi. E in un certo senso era proprio così.


Tra la fine del '700 e gli inizi del '900 sono stati scritti tantissimi diari da parte di autori e autrici conosciuti ma anche meno famosi che tuttavia proprio grazie alle loro memorie hanno raggiunto notorietà spesso postuma. 

La maggior parte di essi trattava di questioni familiari, talvolta di affari ma sopratutto di momenti intimi di riflessione personale oppure diari di viaggio.

La storia di questi diari è fatta di ritrovamenti casuali, di tesori in soffitta, di lasciti ed eredità ma anche di documenti andati perduti, di scritture in codice spesso indecifrabili, di amicizie e di editori illuminati!

Nella maggior parte dei casi si tratta di testi prodotti per un uso esclusivamente privato che hanno il pregio di offrire al lettore minuziosi dettagli della vita del tempo della scrittura e che rappresentano un vero affresco della società dell'epoca, degli usi e costumi, degli stili di vita e dei sentimenti di coloro che scrivevano che in genere, erano lungi dal pensare i che i loro scritti prima o poi sarebbe stati resi noti ad un vasto pubblico.

L'800 è stato definito come l'eta d'oro dei diari ed il culmine di questa produzione si ha proprio a partire dalla metà di questo secolo. Sono gli anni in cui trionfa una letteratura dei diari soprattutto al femminile che riguarda principalmente la sfera privata.

Da diversi anni mi dedico alla raccolta di questi diari pur sapendo che agisco in campo ampio che salvo per poche eccezioni ha poche traduzioni in italiano. La maggior parte dei testi è dunque in inglese, la lingua madre degli autori.


Fu, infatti, proprio in Inghilterra che proliferò tantissimo la voglia e la capacità di scrivere il racconto delle proprie giornate. Poeti e poetesse, illustratori e illustratrici, botanici e botaniche, lady e sir, ma anche nobili uomini e donne (una su tutte fu proprio la Regina Vittoria!). In molti si cimentarono in questo tipo di scrittura che oggi rappresenta un tesoro di altissimo valore letterario e fonte di preziose informazioni per gli studiosi.

Non tutti i diari erano ovviamente illustrati dall’autore. Bellissimi quelli di Edith Holden (tra i pochissimi tradotti in italiano!!). In molti credono che siano i più belli e probabilmente da un punto di vista artistico lo sono davvero!


La mia attenzione in questi anni è stata rivolta ai cosiddetti 'illustrati' ovvero testi a cui l'editore o il curatore aggiungono disegni, foto, illustrazioni in modo da accompagnare il lettore a comprendere ancor di più nella narrazione dell’autore.


Della mia raccolta una menzione a parte la dedico al libro di Susan Tweedsmuir poichè non è un vero e proprio diario ma piuttosto un'autobiografia (ho ritenuto utile inserirla in questo elenco poiché è una scrittura che per temi trattati e contenuti proposti, si avvicina molto allo stile di un diario).

Le recensioni pubblicate in questo blog non seguono un ordine cronologico ma piuttosto sono frutto di  una mia ispirazione o semplicemente un desiderio personale di approfondire tale studio!

Nell'attesa del prossimo post (se amate il genere non lo perdete perché è uno spunto di lettura di un diario a mio avviso molto interessante) vi lascio il link ai miei precedenti!

Tutte le foto qui pubblicate sono state fatte fa me e tratte dalla mia collezione.

Diari recensiti in questo blog (in aggiornamento!)

The Lakeland Journal - Doroty Wordsworth






lunedì 3 ottobre 2022

Tea Rooms & Tea Books - Parte 3

Bargate Cottage Tea Room - Lilliput Lane

Terzo appuntamento con le Tea Room Collection della Lilliput Lane
Oggi vi presento quella che forse è la più bella della collezione. Si tratta della Bargate Cottage Tea Room rilasciata nel 1995 e ritirata dal mercato nel 1999. 

E' un delizioso thatched cottage (edificio con il tetto di paglia) arricchito da tantissimi piccoli particolari!


Due donne in stile edoardiano sono sedute al tavolino esterno mentre sulla soglia si intravedere una figura del personale della sala da tè forse diretta a prendere le ordinazioni dalle due signore. Non manca un roseto rampicante, tipico della stagione estiva nelle case di campagne inglesi. 






La tea room che ha ispirato questa deliziosa creazione della Lilliput  Lane è la Shearwater Lake Tea Rooms e si trova sullo Shearwater, un lago artificiale d'acqua dolce vicino al  villaggio di Crockerton nella contea dello Wiltshire.

Shearwater Lake Tea Rooms - Immagine tratta da Tripadvisor

E' un luogo idilliaco adiacente alla  tenuta di Longleat House, dimora dell'ottavo marchese e marchesa di Bath, vero capolavoro dell'architettura elisabettiana (al suo interno una delle collezioni private più importanti della Gran Bretagna e all'esterno un parco così immenso che ha anche un un safari park! )

Il libro che ho scelto di presentare con questa deliziosa Tea Room è un classico della letteratura per bambini di ogni età! Parlo delle bellissime storie di Holly Pond Hill di Susan Wheeler raccontate in Let's Have Tea Togheter con fantastici coniglietti che ci accompagnano nel mondo del tè abbinandolo ad ogni stagione!



Adoro le loro storie! Questi coniglietti hanno un fascino incredibile! Holly Pond Hill è un mondo di fantasia vittoriana, visto dagli occhi delle creature dei boschi. 
L'autrice ha creato dei deliziosi acquerelli con adorabili conigli, topi e altri animali dal comportamento tipicamente umano che spesso sorseggiano tè, raccolgono fiori o cenano a lume di candela. Amano il cioccolato e abitanoin tronchi d'albero e nidi! 
Susan vive con suo marito, quattro figli e vari animali domestici da fattoria in Texas.



Altre sale da tè della Lilliput Tea Room Collection recensite in questo blog:

1) Kendal Tea House

2) Swaledale Teas